riflessioni & blognotes viennesi


lunedi’ la pioggia, qui a vienna, ha ricoperto la citta’ di una pellicola lucida e luminosa, piccoli rigoli d’acqua trasportavano via lattine, piccole bandierine di carta, volantini, coriandoli e con essi anche i tifosi, arrivati domenica per la finale uefa. Almeno cosi’ penso, perche’ erano abbondanti, colorati, festosi e saltellanti domenica sera, ma inesistenti lunedi’.
E Vienna e’ tornata ad essere una capitale del turismo, mentre qualche centinaio di persone, insieme a me, sta partecipando ad Ed-media, un convegno dedicato alla ricerca sull’uso delle nuove tecnologie nella didattica.
Il panel e’ molto fitto, centinaia di interventi, e anche molto variegato: eccellenze e piccoli lavori, talvolta anche solo riflessioni dette ad alta voce.
Quello che e’ chiaro e’ che molto sta cambiando in tutto il mondo: l’evento puo’ definirsi veramente internazionale e per quanto sia solo l’accademia a parlare (quindi solo uno degli attori in concorso nella formazione), i temi ricorrenti ormai sono pedantemente sempre gli stessi: e-learning, metodi per usare le nuove tecnologie per fare quello che prima si faceva diversamente (videolezioni, ricerche presentate dagli studenti invece che in forma scritta in forma multimediale: videoproduzioni, podcast, ipertesti; attivita’ collaborative come giochi di ruolo che diventano interattivi o discussioni svolte in modo sincrono o asincrono su web con forum e chat) e, raramente, per fare qualcosa di veramente nuovo (a dire il vero non mi viene in mente nulla di veramente innovativo). Il tutto sembra tendere a rendere piu’ efficiente il processo, il che e’ un bene, oltre che piu’ accattivante. Ma la vera cosa interessante, mi pare di capire, e’ che tutto cio’ sta scatenando la fantasia delle persone: nuove possabilita’ a portata di tutti, facilita’ di reperire informazioni, possibilita’ di confrontarsi “worldwide”, stimola l’invenzione di nuove attivita’ didattiche (e non), la loro condivisione e i presupposti per le universita’ per fare studi scientifici in merito, oltre che un’attenzione sugli stessi (per lungo tempo le attivita’ dei centri di ricerca sull’eduzione sono rimasti confinati agli stessi… che lenuove tecnologie non stiano riuscendo a sdoganare questa imbarazzante situazione?).

A voler essere precisi una cosa nuova c’e’: a parole, il ruolo dei docenti, un po’ in tutto il mondo (racconti sentiti da studiosi provenienti da australia, usa, canada, spagna, portogallo, finlandia, giappone, cina, korea, india, grecia, romania, ungheria, gran bretagna) sembra universalmente essere in evoluzione da “erogatore”, a “formatore” e, nei casi “piu’ estremi”, a “facilitatore”.
Si vedra’ nella prassi se questa rivoluzione avverra’ veramente o sara’ limitata tra le pareti accademiche (sinceramente, spero di no…).

bene, sta per iniziare un’altra sezione, a piu’ tardi…

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